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Itinerario Armeno
Introduzione
Con l’itinerario “Alla scoperta della storia e cultura armena a Venezia nell’era della cittadinanza globale” si vuole dare spazio e valore alla conoscenza de il "caso Armeno" nei suoi diversi aspetti, introducendo e approfondendo prospettive sociologiche e antropologiche del popolo armeno.
Lo scopo della ricerca e della comprensione dell’evoluzione, “gente in pellegrinaggio attraverso la Terra”, è l’apertura di nuovi orizzonti di indagine e consapevolezza dei popoli, costretti per motivi religiosi, politici ed economici ad emigrare verso il “non conosciuto”.
Il viaggio, l’insediamento, le nuove radici in terra straniera daranno vita nei secoli ad un nuovo concetto di “popolo armeno”. Il riportare alla luce storie, vicende, culture aiuterà il docente a meditare nuove visioni educative per la comprensione tout court della cittadinanza globale.
Il progetto educativo servirà ai docenti per raccogliere testimonianze e nuove visioni e renderle in un secondo momento fruibili in ambito scolastico. L’arricchimento pedagogico che ne deriverà servirà per approntare nuovi percorsi educativi esperienziali in classe.
Il percorso formativo comprenderà la storia, componente fondamentale per la comprensione del fenomeno della diaspora armena. La religione: identità biologica del popolo armeno; un viaggio attraverso la cristianità di un popolo, il rito armeno nella sua forma più pura e la posizione della chiesa armena nella cristianità globale. Altro punto determinante l’arte della stampa, che ha avuto un impatto importante per la storia del popolo armeno a Venezia. Grazie alla realizzazione della prima stamperia armena nel 1717, la lingua è sopravvissuta nei secoli rimanendo così lingua viva, produttrice di dia-logos nel mondo. I Padri Mechitaristi in questo sono stati abili maestri, rinnovatori della lingua e della cultura armena salvando con ciò l’identità di un popolo. La lingua parlata oggigiorno, in particolar modo l’armeno occidentale, è stato creato nella piccola e incantevole Isola di San Lazzaro, capitale culturale e sociale della diaspora armena nel settecento. Il nostro viaggio verso la conoscenza comprenderà anche un affascinante approfondimento dell’insegnamento educativo dei Padri Mechitaristi presso il Collegio Armeno Moorat-Raphael che ha prodotto una generazione di intellettuali, artefici della nuova letteratura moderna armena, distrutta completamente durante il genocidio del 1915.
Il percorso inoltre include un viaggio culinario alla scoperta delle radici e le ramificazioni di una cultura millenaria in cucina, misconosciuta e strappata dalla sua terra d’origine. Ogni piatto rappresenta uno scorcio di vita quotidiana: luoghi, usi, costumi, leggende, riti religiosi e civili in terra d’Armenia.
Il caso armeno può essere utile per considerare con più efficacia i concetti, le idee, i problemi tipici della questione della cittadinanza globale come componente della condizione umana.
Questo itinerario, che includerà un’illuminante conferenza con i Professori Avedis Hadjian e Alberto Peratoner, condurrà il docente nonché l’essere umano, come essenza di valori etici ed esistenziali, ad una riflessione epistemologica e di valore sulla vita e sul vissuto dei popoli attraverso la storia, l’arte, la cultura e l’antropologia degli Armeni.
Argomenti della conferenza
Gli armeni a Venezia: come un'identità locale è diventata universale
Trecento anni fa, nel 1717, Mechitar of Sebastea ha fondato a Venezia il suo ordine monastico, la congregazione mechitarista, che ha dato il via a una rivoluzione tra gli armeni. Grazie alla sua intensa attività editoriale, i padri Mechitaristi hanno rinnovato la lingua e la cultura armena, e forse hanno salvato la nazione armena come identità culturalmente separata dal loro lavoro. L'armeno che parliamo oggi, in particolare l'armeno occidentale, è stato essenzialmente creato nella piccola e magnifica isola di San Lazzaro. E poi al Collegio Armeno Moorat-Raphael, che si trova nel Sestiere di Dorsoduro, i padri mechitaristi hanno educato generazioni di intellettuali armeni che hanno fondato la letteratura e la cultura moderna armena, quasi distrutta nel Genocidio di 1915. I libri hanno avuto un ruolo fondamentale in questo. I primi libri pubblicati in armeno all'inizio del XVI secolo —infatti, il primo libro in armeno fu stampato a Venezia— segnarono l'inizio di una rivoluzione che nel corso dei successivi tre secoli trasformò la nazione armena, che ha aiutato a rinnovare e modernizzare la società armena.
Esemplarità della Civiltà Armena quale cultura di integrazione organica e apertura nell’identità
La Civiltà Armena rappresenta un caso particolare, potremmo dire unico nel suo genere, che attesta quanto una forte apertura all’esterno, che caratterizza l’esperienza dello sviluppo ed elaborazione della cultura armena in tutti i suoi aspetti, non debba necessariamente contrastare con un senso d’identità forte, ma possa, anzi, nutrirlo fino a costituirlo nella propria irripetibile specificità. Nel caso della cultura armena è possibile ravvisare nell’identità cristiana della Nazione – riconosciuto a fondamento del Vangelo la radicalità della caritas trascendente logiche ristrette di appartenenza e particolarismo nazionalistico –, precocemente metabolizzata, lungamente elaborata e caparbiamente difesa dalla corrosione di forze disgregatrici, la ragione dell’inclinazione strutturale della forma mentis armena all’apertura verso altre espressioni culturali, al desiderio della loro conoscenza, all’umiltà di riconoscere nell’altro le potenzialità di arricchimento per sé. Mechitar di Sebaste fa propria e accentua il dinamismo di questa tendenza, interpretandone al meglio la vis
culturalmente generativa, nel suo tempo, e non a caso conferisce la forma di un istituto monastico a quella che sarà la fucina della rinascita della cultura armena in età moderna. Una tale inclinazione, elemento costitutivo basilare di un autentico e sano cosmopolitismo, ha reso possibile una forte capacità di integrazione del popolo armeno al di fuori delle proprie regioni storiche, sin dall’età medievale, e ha posto le basi per una sopravvivenza culturale alla drammatica esperienza di eradicamento e delocalizzazione forzata dalla propria terra, vissuta con il Genocidio del 1915.
Isola di San Lazzaro degli Armeni. L’attività culturale e spirituale dei monaci armeni ha trasformato la storia dell’isola a partire dal 1717 facendone il quartiere generale della rinascita della cultura armena mondiale. Con la visita si ha anche la possibilità di partecipare alla suggestiva Messa in rito armeno.
I musei dell’isola aprono interessanti prospettive su varie culture: circa 5000 preziosi manoscritti in diverse lingue, 150.000 volumi antichi e moderni, un’autentica mummia egiziana di 2700 anni fa, importanti dipinti e numerosi preziosi oggetti unici al mondo. Merita inoltre d’essere visitato il museo della storica tipografia di San Lazzaro – l’unico nel suo genere in una città che fu la capitale della stampa nel Cinquecento, recentemente inaugurato.
Palazzo Ca’ Zenobio. Ha ospitato per ben 200 anni il Collegio Armeno Moorat Raphael che, a sua volta, è stato un centro di formazione di alto livello, ambito per i figli delle famiglie dei notabili armeni. Il diploma che vi si conseguiva era riconosciuto dai senati d’Italia e di Francia. Il piano nobile del palazzo, con il famoso salone degli specchi, decorato con affreschi del ‘700, rappresenta un tipico ambiente monumentale veneziano.
Chiesa di S. Croce degli Armeni. Nei pressi di San Zulian, a pochi passi da San Marco, si trova l’ex quartiere armeno nel cui cuore è inserita la piccola chiesa di Santa Croce degli Armeni, in stile barocco veneziano, con tre altari settecenteschi decorati da interessanti tele; tra i soggetti raffigurati, San Gregorio Armeno detto l’Illuminatore, fautore della conversione al Cristianesimo del popolo armeno nel 301 d.C.
Per quest’anno, in occasione della 57ma esposizione internazionale d’Arte della Biennale di Venezia vi è l’opportunità di visitare anche il Padiglione nazionale della Repubblica di Armenia, ospitato in Palazzo Zenobio (Dorsoduro 2596) e nella nartece della chiesa di S. Croce degli Armeni (S. Marco 965/A, Calle dei Armeni, Sotoportego dei Armeni).